domenica 11 novembre 2007

Ah, la gioia che può dare un Moscato col prosciutto crudo!

Angelo Peretti
Confesso di non sapere quasi nulla del Moscato d’Asti. Del Moscato piemontese in genere, ché c’è anche la doc, appunto, del Piemonte Moscato. Non sono mai stato in zona, a veder vigne e cantine, a camminare i luoghi. Solo qualche passaggio di sfuggita. In macchina. Niente.
Confesso un’altra cosa: che mi piace, e molto. E che lo reputo un vino di riferimento. Che gli altri italici produttori bianchisti dovrebbe assaggiare, provare, testare, valutare, studiare con attenzione. Mica per far vini uguali, no. Ma per capire i limiti. Per comprendere, intendo, dove sia il confine, che pare labile (e forse labile in effetti è), tra eleganza e grossolanità, tra armonia e stridore. Ché oggi è qui che si gioca la partita. E il Moscato non ammette errori: dolce, aromatico, effervescente, di poco corpo, o impronti il vino sulla finezza, o non c’è nulla da fare, e avrai stucchevolezza.
Ecco: è qui il limite, è qui la sfida vera. Nei tempi (al tramonto, spero, di quei tempi) della concentrazione, del muscolo, della potenza, della struttura portata agli eccessi, del legno prevaricante, del tannino angosciante, c’è nell’Astigiano chi insegna che invece si può agire sulla levità, sulla leggerezza, sulla nuance. Che diventa fascinazione. Che intriga. Che avvince, perfino.
Eppoi, piantiamola, vivaddìo, di considerarlo vin da dessert, il Moscato. Ci sta, certo, con le torte di mele e di pere, con le creme. Ma è vino. E a me piace pensarlo coi formaggi cremosi, magari, o coi salumi, in primis col prosciutto crudo, quello più dolce, giovane. Provatelo, Moscato e prosciutto: abbinamento da favole, accostamento che pare, sì, azzardato & trasgressivo, e invece è sognante connubio, con la dolcezza tattile del grasso di maiale che s’associa per similitudine con la morbidezza fruttata del vino, con la salagione che si fone con la lieve speziatura liquida, col pizzicore della vivacità minuta che pulisce il palato e prepara al nuovo boccone e al nuovo sorso, e la bocca è un’ondata di saliva. L’acquolina in bocca, s’usa dire.
Che dite: vaneggio? Credo la pensassero così anche alcuni di coloro che son venuti alla deustazione di Moscato d’Asti che ho organizzato qualche tempo fa alla Taverna Kus, a San Zeno di Montagna, il covo dei miei wine tastings. Invece tutti sorpresi. Perfetto col prosciutto, sì, del Veneto. Ma anche col prosciutto d’anatra - artigianale - che ha portato Mario Bruno Guerra (I Rasoli è il suo agriturismo, sul Baldo), e con la sua pancetta steccata e fumé. Ammaliante con la crescenza. Perfino col Gorgonzola dolce. E s’è visto, dunque, ch’è vino vino per davvero. Vino da bere, intendo, anche a tavola. Ohibò.
E adesso ecco qui che di seguito illustro qualcheduno dei Moscati che abbiamo tastato: riporto i migliori, e sono otto sui sedici messi nel bicchiere. Con un’avvertenza, e cioè che, ahinoi, parecchie ossidazioni abbiam trovato. Per colpa, ritengo, di cattive conservazioni nei magazzini dei distributori e dei rivenditori (ché da loro li abbiamo presi i più tanti). E per questo son finite fuori gioco, per esempio, le bocce della Caudrina di Romano Dogliotti, che in passato ricordo da sogno, e invece stavolta... Peccato. E il Moscato ha in fondo anche questo d’anomalo: richiede cura nel conservarlo, nel tenerlo. Ché non ti perdona niente, e uno sbalzo di temperatura gli può esser fatale. Ma possibile che chi lo vende non sappia queste cose? Possibile non gli si voglia bene, a un gioiellino del genere, e lo si tratti male assai, lo si deturpi?
Oh, mi viene alla mente un’altra avvertenza: vedrete ben tre etichette di Paolo Saracco. Non stupitevi: è un genio, in fatto di Moscato. Almeno, io la penso così.
Ecco i vini, col doppio punteggio: centesimi e faccini.

Piemonte Moscato d'Autunno 2006 Paolo Saracco Il commento generale dei partecipanti alla degustazione? Che sembra un bianco della Loira, floreale e fruttato di frutto bianco ed erbaceo di salvia e d’ortica, d’erba limoncella perfino. Come un bellissimo Sauvignon francese, ma con l’effervescenza in aggiunta, su un corpo minuto ma fascinoso. Un cameo. Seducente, intrigante, sensuale. Gioioso. Lo bevi, lo ribevi, non te ne stanchi mai. Elegantissimo. Lo reputo uno dei più grandi bianchi d’Italia, e non vi sembri un azzardo.
91/100 - tre lieti faccini :-) :-) :-)

Moscato d'Asti 2007 Paolo Saracco La nuova annata. Qualcheduno l’ha preferito al 2006 (che leggete qui sotto) per la vena verde rinfrescante, dissetante. Giovanissimo, ancora non del tutto espresso. Eppure è lì che avanza, col suo classico stile, la sua tensione. Grintosissimo.
85/100 - due lieti faccini :-) :-)

Moscato d'Asti 2006 Paolo Saracco Oplà, altra bella bottiglia! Bellissimo naso, fruttato, floreale, speziato. Leggero tono di noce. E bella bocca, soda. Frutto ben espresso. Distensione, armonia. Piacevolissimo, per nulla stucchevole.
84/100 - due lieti faccini :-) :-)

Moscato d'Asti 2006 Cascina Fonda Naso dapprima un po' ritroso a concedersi. Poi s’apre con gradualità su toni floreali e di pesca bianca e di pera Kaiser. Varietale. Bocca delicata, direi di bell’eleganza. Dolcezza non invasiva. E c’è anche una bella lunghezza. Piacevole parecchio.
84/100 - due lieti faccini :-) :-)

Moscato d'Asti Biancospino 2006 La Spinetta Fragranze finissime, floreali. Fiori bianchi. Pera kaiser un po' acerba. Bocca piacevole, ancora su toni di fiore bianco, con leggero fondo di nocciola e di mandorla. Parecchio dolce, però.
83/100 - due lieti faccini :-) :-)

Moscato d'Asti 2006 G.D. Vajra Che strano vino! All’olfatto è quasi minerale. Molto personale. Fatica a concedersi. Non ha quelle note varietali che t’aspetti. C'è qualche cenno di lavanda secca, vene resinose, coccola di cipresso. Leggera speziatura, memorie balsamiche. In bocca è tesissimo, nervoso, scattante. Piuttosto lungo. Ripeto: strano, stranissimo vino.
80/100 - un lieto faccino e quasi due :-) :-)

Asti 2006 Cascina Fonda Abbiamo stappato anche qualche Asti. Spumante, intendo. Questo è quello che c’è piaciuto di più, nella serata. Bel naso, floreale, fine, pulito. Bocca sullo stesso piano. Freschezza, slancio. Leggera nota di nocciola.
80/100 - un lieto faccino :-)

Moscato d'Asti 2006 Cà Bianca Tecnicamente è fatto gran bene. Un pelo di personalità in più, un po’ di slancio, e affascinerebbe. Ha vena pulita di fiore e una leggera nota aromatica varietale. Pesca bianca quasi acerba. Bocca non particolarmente zuccherosa. Spezia sottile, di noce moscata.
78/100 - un lieto faccino :-)

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