domenica 3 giugno 2007

Della pro loco, dell’olio e della qualità fra le colline vicentine

Angelo Peretti
Ci credreste mai? Una pro loco - già, proprio una di quelle associazioni strapaesane che di solito organizzano le sagre - cambia le prospettive agricole di un’area, puntando tutto sulla qualità? In campo oleario. In una zona che olearia non sembra. Eppure succede. Nel Vicentino. Sui Colli del Basso Vicentino.
Oh, mica è sola, nell’avventura, la pro loco di Nanto, ché non ce l’avrebbe mai fatta, in solitaria. C’è di mezzo l’amministrazione provinciale col suo servizio fitopatologico (quello che di solito spiega agli agricoltori quando e come intervenire contro le malattie delle piante). E poi la Camera di commercio. Insomma: gli enti pubblici del territorio.
E tutt’insieme cos’hanno dunque fatto? Hanno mess’insieme un progetto qualità. Attenti: qualità, mica solo produzione. E qualità s’è ottenuta. In una manciata d’anni appena. Cinque anni. Incredibile. Quando si dice pianificare per bene le cose.
Il servizio fitopatologico ha ideato e varato e gestito il progetto di qualificazione della produzione dell’extravergine vicentino, la Provincia l’ha sostenuto, la Camera di commercio l’ha sponsorizzato, la pro loco ha fatto da referente per le realtà locali.
Complessivamente, gli olivicoltori coinvolti sono una trentina. Ognuno ha accettato un regolamento che dettaglia obiettivi, ruoli, condizioni. Undici di queste aziendine, le più rappresentative, sette sui Berici e quattro sui Lessini, vengono seguite settimanalmente dal personale tecnico del servizio fitopatologico. Per introdurre le «buone pratiche» agronomiche.
Quando s’avvicina il momento di tirar giù i frutti, tutti insieme scelgono tempistiche di raccolta e di molitura. Puntando a fare buon olio. Il migliore possibile.
Ciascuno provvede in proprio a tirar giù l’oliva. Ciascuna singola partita viene mandata rapidamente, più rapidamente possibile, all’impianto di frangitura preselezionato. L’olio ottenuto da ogni lotto viene stoccato in vasche d’acciaio: si prelevano i campioni destinati alle valutazioni e si sigillano i fusti. Se il campione passa il test chimico e quello d’assaggio, si va all’imbottigliamento: vetri uguali per tutti, etichette identiche (arancioni), con la sola personalizzazione del nome del produttore. E prezzi convenzionati sul mercato.
Alcune delle partite più interessanti finiscono anche in un blend destinato alla certificazione nella dop Veneto Euganei Berici.
Tutto questo consente di ottimizzare i costi, di ridurli all’osso. Questa è capacità di industrializzare i processi in un mondo di microproduttori.
L’olio con la dop si chiama Gaudio, quello fuori dop Laudo, quello biologico Gemmo. Il laudo costa 8 euro nella bottiglia da mezzo litro (ma ci sono anche quelle da 250 e da 750), il Dop viene fra i 10 e i 12 euro (sempre la mezza), il Gemmo 11. Questo è diversificare, far marketing.
Roba che se non l’avessi seguita dall’inizio, passo dopo passo, dalla primissima, quasi metafisica riunione in un teatro di Barbarano Vicentino, non ci crederi neppure. E invece i risultati sono lì a dimostrare che le cose si son fatte, e bene. Bravi. E bravo, lasciatemelo dire, in particolare Sergio Carraro, che coordina il progetto per la Provincia.
Adesso vi racconto gli oli. Col solito criterio dei miei faccini.
Rezzadore - Lonigo - Olio Extravergine di Oliva Laudo Un monocultivar di grignano. Al naso ha i tratti tipici della varietà, quando le olive son colte freschissime: un’esplosiva, fascinosa sensazione di succo, fiore & foglia di limone. I medesimi tratti tornano senz’esitazione al palato, arricchendosi di sentori di rafano, rucola ed erba luigia. La piccantezza è vivida, ben tratteggiata. La pasta ha buona astringenza. Poi esce la frutta secca. Il migliore olio sin qui assaggiato in zona.
Nel suo genere, tre lieti faccini :-) :-) :-)
Roberto Possia - Castegnero - Olio Extravergine di Oliva Laudo Altro bell’olio. Si fa apprezzare per la pulizia. Tratto da olive di frantoio, leccino, coratina e altre varietà minori, ha livrea gialla brillante che sfuma nel verde. Al naso, l’erba di prato, l’oliva a prima invaiatura, il pomodoro verde, la rughetta. Al palato, le vene erbacee si fondono con la mandorla e la nocciola ancora verdi, appena colte. Una sottile piccantezza rinnova lo slancio. Nel finale ancora frutta secca.
Due lieti faccini :-) :-)
Ettore Busatta – Sossano - Olio Extravergine di Oliva Laudo È d’un limpido, brillante colorito giallo quest’olio che viene in prevalenza da olive di frantoio, leccino e coratina. Ha piacevoli, ben definiti sentori d’oliva a invaiatura, d’erbe pratensi, di basilico, di pomodoro verde, di mela granny smith. Al palato dà prova grintosa con la sua vivace piccantezza. Il quadro aromatico vive sull’equilibrio fra note dolci e amare. Poi, largo alla frutta secca. Con finale di bella tendenza astringete.
Due faccini anche a questo :-) :-)
Olivicoltori Associati Colli del Basso Vicentino - Nanto - Olio Extravergine di Oliva Gaudio Dop Veneto Euganei e Berici Il Dop degli Olivicoltori Associati nasce dalla cuvée di varie partite. Ha tenue tono di giallo. Il bouquet richiama l’oliva, il fiore giallo, l’erba di prato. C’è vena agrumata. Al palato trovi equilibrio nel dolce e nell’amaro. La piccantezza ben s’esprime, senz’essere aggressiva. Un intrigante cenno di buccia di limone verde accompagna nel finale la mandorla e la nocciola.
Un Dop da due faccini :-) :-)
Redenzio Trevisan - San Germano dei Berici - Olio Extravergine di Oliva Laudo Ha tonalità giallo-verdi, quest’olio figlio d’olive di frantoio, leccino e maurino. Porge leggero il fruttato fresco. S’aggiungono profumi lievi d’erbe campestri e carciofo. Subito, in bocca, l’amaro del cardo e fors’anche della foglia d’olivo. La piccantezza avanza a spallate. Ma breve, Con gradualità la sensazione amara vira verso il carciofo, la rucola, il tarassaco, stemperandosi infine nella mandorla.
Due faccini :-) :-)
Alessandro Piovene Porto Godi - Toara di Villaga - Olio Extravergine di Oliva Laudo Nome importante, quello del produttore, e buon olio. Dalla veste verde pastello, limpida, brillante. Viene in prevalenza da olive di rasara, frantoio e leccino. Porge tenui profumi d’erba di prato e d’oliva fresca. Le note vegetali son delicate anche al palato. La pasta è ravvivata da una leggera nota piccante. L’astringenza è sottile. Il finale vira verso nuance della frutta secca.
Un lieto faccino :-)
Aurora – Barbarano - Olio Extravergine di Oliva Laudo Erminio Loro, aziend’agricola Aurora, è un veterano degli oli di qualità dei Colli del Basso Vicentino. Quest’anno è olio aromaticamente delicato, lieve, eppure è anche grintoso nella pasta. Il naso sente fresche vene d’oliva, d’erba di prato. Sottile il fondo d’erba limoncella. In bocca subito ecco il tono floreale. Evolve quasi con immediatezza su sentori di frutta secca. La spinta piccante ravviva la pasta, che ha buona astrigenza.
Un faccino :-)
Emilio Gastaldi – Grancona - Olio Extravergine di Oliva Laudo Ottenuto da olive di rasara, frantoio, leccino e moraiolo. Ha chiara tonalità giallo-verde. Al naso elargisce sentori d’oliva, di frasca spezzata, d’erbe di campo (col tarassaco in bel rilievo), accenni di carciofo crudo. La prova gustativa è invece fin da subito in presenza della frutta secca, su un fondo amarognolo di erbe campestri. Una buona piccantezza dà slancio alla pasta. T’aspetteresti solo un pelo di definizione in più.
Un faccino :-)
Arturo Rigo – Mossano - Olio Extravergine di Oliva Laudo Vestito d’una smagliante tonalità verde chiara, l’extravergine di Arturo Rigo, ottenuto da olive di frantoio, rasara e leccino, offre profumi fruttati e memorie d’erbe di campo. In bocca manca magari un pochettino nella definizione aromatica, ancorchè sappia comunque mettere in gioco buone doti di piccantezza e di astringenza su un fondo amaro di carciofo crudo. Comunque, olio che val la pena di provare anche questo.
Ancora un faccino :-)

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