giovedì 10 maggio 2007

Pinot Nero, c’ero anch’io

Angelo Peretti
Armin Kobler è un innovatore. Ha innovato, intendo, il metodo di valutare i vini nei concorsi enologici. E la faccenda funziona, garantisco. Perché ha mess’in piedi un sistema in grado di dare un giudizio anche sulla performance dei degustatori. Scartando tutte, ma proprio tutte, le valutazioni attribuite da quegli assaggiatori che in una determinata giornata di wine tasting si mostrino fuori fase. Perché capita a tutti d’avere la giornata storta: dormito male, mangiato pesante, malanni di stagione, corbezzoli vorticosi, semplicemente poca voglia di provar vini quel benedetto giorno...
Ebbene, la faccenda l’ho provata sulla mia pelle. Al concorso che assegna i premi del concorso dei Pinot Neri (pardon, Blauburgunder) che si tiene ogni anno in Südtirol, fra Egna e Montagna. Invitato da quel grand’esperto di Pinot che è Peter Dipoli (e lo ringrazio dei cuore).
Se siete curiosi di sapere com’è andata (e come «mi è» andata), dovete leggere ancora qualche riga di premessa, ché le cose vanno spiegate un attimino.
Intanto, chi è Kobler. Be’, è uno che se n’intende: fa l’enologo, è responsabile della sezione «enologia» del Centro per la Sperimentazione Agraria e Forestale di Laimburg, in Alto Adige (www.laimburg.it) e produce vini in proprio a Magrè (www.kobler-margreid.com).
Secondo. Come funziona il metodo. Grosso modo, ma molto grosso modo, come segue. Ciascun assaggiatore, nello stesso periodo di tempo, prova uno stesso numero di vini, ma in sequenza diversa, in modo che nessuno possa essere influenzato dal «vicino di banco», come spesso, ahimè, accade. Non tutti assaggiano tutto, nel senso che un certo vino può capitare a me ma non al mio vicino di tavolo. Alcuni dei vini vengono comunque messi in degustazione più volte, e l’assaggiatore non sa di quali si tratti. Ebbene: lo scostamento di punteggio attribuito dal valutatore ai vini doppi mette in luce la sua affidabilità. E fa decidere se tenere conto del suo lavoro oppure no. In realtà, la faccenda è un po’ più complicata di come ve l’ho raccontata, e chi avesse voglia di conoscere i particolari (ne vale la pena, d’approfondire) può cliccare qui per andare ad una dettagliatissima pagina del sito internet della manifestazione altoatesina dedicata ai Blauburgunder.
Vi garantisco che, di primo acchito, è un discreto stress sapere che nello stesso tempo sei giudice e giudicato. Poi ti rilassi, e cominci a dar punteggi, sapendo che comunque male non ne fai ai produttori: se sei in forma, i tuoi voti contano, sennò pazienza.
Dunque? Dunque, eravano in 19 al Centro Sperimentale di Laimburg a provare Pinot Neri. Ce ne hanno versati 60 bicchieri a testa, 30 la mattina e 30 il pomeriggio, dopo un terrificante spuntino a base di tartine piene (tutte) di stramaledetta erba cipollina, e io faccio una fatica bestia ad assaggiare alcunché dopo aver mangiato aglio, cipolla o robe dal sapore simile. Tant’è che il mio scostamento maggiore fra i vini provati due volte l’ho avuto fra i primissimi assaggi del pomeriggio. Perché dei 60 bicchieri, ben 10 sono stati assaggiati sia la mattina che nel dopopranzo. E, insomma, del nostro manipolo di 19, solo 13 hanno passato il vaglio del severissimo Kobler. E siccome - fiùuuu - sono fra i 13 presi in considerazione per formare la classifica generale, qui sotto vi racconto non già com’è andato il concorso, ma quali sono i dieci vini cui ho dato il punteggio più elevato. Così mi sottopongo (volontariamente) a un altro giudizio: il vostro. Perché se andrete il 17 e 18 maggio alle Giornate Altoatesine del Pinot Nero 2007 (pardon, Blaburgundertage) di Egna (Neumarkt) e Montagna (Montan), Alto Adige (Südtirol) i vini in concorso, e un’altra selezione proveniente da mezzo mondo, dovreste trovarli tutti, e dunque potrete eventualmente dirmi se siete d’acordo o no con le mie preferenze.
Ultime avvertenze: i Pinot Neri in concorso erano tutti del 2004, e la descrizione qui sotto è esattamente quella fornitami dagli organizzatori, premettendo il mio punteggio in centesimi (84 sta per 84/100, intendo). All’interno della stessa fascia di punteggio, l’ordine è alfabetico. C’è un vino a quota 89 e un altro a 90, e sapendo quanto m’è difficile dar voti sopra l’85...

84 Maison Anselmet di Anselmet Giorgio 2004 Vallée d'Aoste Pinot Noir doc Il Pinot Nero dell’astro nascente (ormai star) del piccolo firmamento della Val d’Aosta. Tonalità violacea. Naso tra il floreale e il fruttato (mora, o meglio, caramellina alla mora, eppoi prugna). Un po’ dolcino, ma ampio, opulente, tannico. Voto più alla materia (e all’ipotesi di sviluppo) che non alla mia soddisfazione attuale.

85 Marchesi Alfieri 2004 Monferrato Rosso Pinot Nero doc "San Germano" Eccoci in Piemonte, Monferrato. Anche questo con colore viola, scuro, ma luminoso. Profumi di fruttino di sottobosco (e anche qui di caramellina) eppoi confettura. Bocca scaltra, certo, con quella vena amabile, ma c’è frutto e spezie e tannicità e vellutato calore e tanta giovinezza. Anche qui, in fiducia sull’affinamento.

85 Nals-Margreid/Entiklar 2004 Südtiroler Blauburgunder doc "Mazzon" Alto Adige, Cantina di Nalles Magrè. Che lavora bene, e questo Blauburgunder lo conferma. Colore carico. Tanto frutto all’olfatto. Ed è molto varietale, il bouquet: pinoteggia proprio, questo vino. In bocca è denso, caldo e tannico. Con la fragolona che dura a lungo. Ah, se ci fosse più beva! Quella mi piace, nei Pinot Neri.

86 Institut Agricole Regional 2004 "Sang des Salasses" Ancora Val d’Aosta, col Pinot Nero dell’Istituto regionale di Aosta. Cui ho dato un 86+, nel senso che credo potrebbe riservare sorprese crescenti nel tempo. Colore proprio da Pinot, scarico: evviva! Bel naso, fruttatino eppoi speziato il giusto. Perfino note balsamiche e iodate. Bocca snella, un po’ dolcina, succosa, salina. Buona lunghezza.

86 Kellerei Bozen 2004 Südtiroler Blauburgunder doc Riserva Di nuovo Alto Adige. Cantina di Bolzano-Gries. E ancora quel bel colorino scarico da Pinot Nero che piace a me. Piccolo frutto, snello e gradevolissimo, al naso. In bocca, quasi inatteso, tanto, tanto frutto denso. E tannino. Che ora per ora toglie un po’ di lunghezza al vino. Ma si beve. E sono ben fiducioso sull’evolversi, nei prossimi mesi.

86 Kellerei Kaltern 2004 Südtiroler Blauburgunder doc "Saltner" Uno dei vini che mi son toccati due volte nei test svolti a Laimburg. E tutt’e due le volte è andato bene. La Cantina di Caldaro sfoggia un Blauburgunder di colore scarico e naso di piccolo frutto: mi piace! La bocca è anch’essa snella, beverina, succosa, con tanto, tanto piccolo frutto di bosco. Un buon vino, che vorrei davvero avere in casa.

86 Maso Cantanghel 2004 Trentino Pinot Nero doc "Maso Cantanghel" Adesso Trentino. Pensare che per me è stato uno dei vini d’apertura, uno di quella terna che serve «solo» a far tarare il palato dei giurati. L’ho trovato interessante, con quel suo naso che pinoteggia proprio, varietale parecchio. E una bocca snella, fresca, magari un po’ tannica. Peccato solo che il finale sia leggermente amaro.

86 Niedermayr Josef 2004 Südtiroler Blauburgunder doc Riserva Provato fra i primi la mattina e fra gli ultimi il pomeriggio, e medesimo punteggio a cinquanta assaggi di distanza: non c’è dubbio, mi piace proprio questo Blauburgunder. Colore abbastanza carico, ma naso varietale e fruttatissimo. E bocca morbida, avvolgente, eppure anche lunghissima e succosa. Bell’equilibrio fra beva e materia.

89 Niedrist Ignaz 2004 Südtiroler Blauburgunder doc Ero indeciso fra 89 e 90. Poi, stitico come sono a dar centesimi, ho scelto l’89. Per dire che lo ritengo davvero un bel vino, nonostante non vada esattamente nella direzione che più mi piace, perché punta sulla potenza, e io amo di più la beva. Epperò ha naso molto varietale e bocca ricca di piccolo frutto (la mora) e pulizia notevole ed eleganza.

90 Manincor 2004 Südtiroler Blauburgunder doc "Mason" Ecco, al Blauburgunder di Manincor il 90 gliel’ho dato senz’esitazione. E vorrei, ah sì, averne in casa qualche bottiglia, perché m’è proprio, proprio piaciuto. Fatto come i Pinot che piacciono a me. Colore scarico, naso elegante e fruttatino (caramellina alla mora, fragolina di bosco, mirtillo. E bocca bellissima, snella, bevibile, godibile. Buono!

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