mercoledì 19 dicembre 2007

È Natale, vai con la birra!

Angelo Peretti
È Natale, e come sappiamo, siamo tutti più buoni: non è mica vero, ma ogni tanto è bello illudersi.
È Natale, e la cassetta della posta, e la casella delle email traboccano di auguri. E di solito tocca anche ai giornali, perfino quelli on line come quest’InternetGourmet che avete la pazienza di leggere (ed è stato letto 250mila volte: sono proprio contento), fare gli auguri ai lettori. E sia, e gran volentieri: auguri!
È Natale, e sui magazine d’enogastronomia si elargiscono consigli in tema di ricette e vini e abbinamenti e sfiziosità varie, regalini golosi inclusi. E dunque anche su questo tema vedo d’essere allineato. Eccoci dunque col pezzo natalizio a soggetto. Ma non parlo né di piatti, né di vini: è la birra stavolta la protagonista. O meglio, son le birre di Natale. Meglio ancora, le Noël del Belgio, che adoro.
Siccome però sono un po’ di corsa e anche un po’ pigro, la parte centrale di quest’intervento la prendo pari pari da un pezzo che ho scritto un paio di settimane fa per la Pagina del Gusto del quotidiano L’Arena (buon Natale a Morello Pecchioli, il mio capo, che cura la pagina). E poi, alla fine, ci metto gli appunti di degustazione delle sei bière de Noël tastate alla Taverna Kus nella degustazione che abbiamo allestito qualche giorno fa: la cena era a base di stinco di maiale al forno, gorgonzola naturale con miele di castagno, torta al cioccolato. Wow!
E insomma: eccoci qua. Dici: «Birra», e pensi alla schiumosa bevanda giallo-dorata moderatamente alcolica che si serve in pizzeria. Ti dicono invece: «Birra di Natale» e magari fai un po’ fatica a capire di cosa si tratti. Eppure questi sono proprio i giorni delle bière de Noël, capolavori dell’arte birraria belga. È stato nei giorni scorsi che, uno dopo l’altro, i piccoli birrifici artigianali del Belgio hanno fatto uscire le loro birre natalizie.
Produzioni limitate, rare, intriganti. Che non hanno nulla, ma proprio nulla a che vedere con le bionde copiosamente tracannate dal boccale.
Sono scure: il colore va dall’ambrato al bruno carico. Di alcol ne hanno un bel po’, dagli 8 fino ai 13 gradi, mica scherzi. Vietato berle gelate: tutt’al più fresche, attorno ai 14 gradi di temperatura, ma se vanno a 18 non c’è problema, come se fossero dei vini rossi importanti. E come un buon rosso, normalmente, sono in bottiglie da 0,75, perché è nella boccia da tre quarti che sviluppano al meglio i loro strepitosi caratteri aromatici. In etichetta, temi classici del periodo: neve, alberi addobbati, notti stellate, angioletti, monaci, l’immancabile Babbo Natale, scoiattoli, gnomi. Spesso la decorazione è addirittura serigrafata direttamente sulla boccia. Tra le birre di Natale del mito belga ci sono la Noël St. Feuillien, la Christmas Ale St. Bernardus, la Noël dell’Abbaye des Rocs, la Chouffe N’Ice, la Binchoise de Nöel, l’alcolicissima Bush de Nöel. Sono birre che riescono perfino a invecchiare bene: qualche anno non gli fa male. Si assaporano a sorsi. Stanno a meraviglia con la cucina invernale. Ma sono ideali anche per il dopo cena: un bicchiere basta e avanza per passarci un’ora, chiacchierando con gli amici, prendendosi un po’ di relax davanti al caminetto.
Il gusto è decisamente unico, ammaliante. Ed è influenzato dalle segretissime ricette dei mastri birrai. Intanto, per fare le birre di Natale si usano malti selezionatissimi. E poi vien fatta l’aromatizzazione: c’è chi adopera cannella, noce moscata, coriandolo, ginepro, spesso anche del miele, e persino frutti, la buccia di arancia, in particolare. Si mormora ci si taglino qualche volta dei distillati. Ovvio che ne derivi una complessità organolettica di tutto rispetto. Intanto, hanno un gradevolissimo fondo amaro che ricorda la liquirizia, ma anche una vena di dolcezza che rammenta il miele di castagno, il caramello. Poi, la speziatura. E le note di frutta secca: nocciola, noce soprattutto. E vaghi ricordi di frutti di bosco surmaturi. E una spuma cremosa e morbida. Affascinanti.
Adesso le schede delle sei birre che ho citato di sopra. Di ciascuna fornisco l’indice di piacevolezza media riscontrato nella degustazione: eravano in sedici, e il voto poteva andare da zero a dieci, inclusi il mezzo punto. Poi c’è il mio consueto parere in faccini, da uno a tre. Poi ancora il prezzo all’ingrosso in bottiglia da 0,75 (è questo il formato giusto).

Spéciale Noël Abbaye des Rocs Al naso trovi la crosta di pane scaldato nel forno e una leggera vena di anice. La bocca è ampia, avvolgente, dolceamara: malto, liquirizia, memoria tenue di dattero, nocciola tostata. Epperò anche clorofilla, eucalipto. E castagne, anche. E castagne sotto cognac, soprattutto. E c’è lunghezza. Oggi pare ancora un po’ giovinetta e scomposta, ma, secondo me, potrebbe dar sorprese alla distanza. Fatela un po’ affinare in bottiglia. Ha 9 gradi di alcol.
Indice di piacevolezza medio: 7,067
Un faccino :-)
Prezzo all’ingrosso: 5,14 euro.

Spéciale Noël La Binchoise Naso di rhum agricolo, vene di amarena candita, buccia d'arancia essiccata, spezie dolci. E via via che passa il tempo, il bouquet si fa sempre più incredibilmente affascinante: esce gradualmente l'amaretto, il liquore agli agrumi, il rosolio. Poi vene floreali, la rosa, ancora, soprattutto, e poi un po' di ciclamino. E poi ancora, prepotente, il tè al limone, al bergamotto. Incredibile. E c’è bocca elegante, con note luppolate, ma soprattutto frutta, frutta, frutta: piccolo frutto di bosco succoso, albicocca stramatura, papaya candita, fico secco. Suadente. Intrigante. 9 gradi.
Indice di piacevolezza medio: 8,033
Tre lieti faccini :-) :-) :-)
Prezzo all’ingrosso: 4,89 euro

Cuvée de Noël St. Feuillien Naso da caffè e cioccolato, leggera vena di liquirizia, crosta di pane bruciata. Sentori leggeri di grafite. In bocca è potente, decisa. Malto e liquirizia: parecchio dell’uno e dell’altra. Bella lunghezza, ma non concede nulla dal lato della ruffianeria. Il finale è tutto sulla vena amara. Birra maschia. 9 gradi.
Indice di piacevolezza medio: 6,900
Un faccino :-)
Prezzo all’ingrosso 5,67 euro

N'Ice Chouffe Altra birra da far affinare ancora in bottiglia, ché questa è un classico, ma ha bisogno di farsi. Oggi al naso ha tracce evidenti di alcol denaturato, con vene però di dattero, di fico, belle e mercate. La bocca è in sintonia. Ha tensione, densità, potenza. Ricorda vagamente, nella nota dolce, l'aceto balsamico. Untuosa, quasi. Una birra decisa, molto tonica dal lato acido. 10 gradi.
Indice di piacevolezza medio 7,833
Due lieti faccini :-) :-)
Prezzo all’ingrosso 6,17 euro

Christmas Ale St. Bernardus Oh, oh, oh! Direbbe Babbo Natale. Gran birra, gran birra. Naso fascinosamente antico, da sherry oloroso, da palo cortado. Memorie di mobile antico, eppoi di crosta di pane tostato, di nocciola, di mandorla amara. La mandorla esce in prima battuta anche in bocca, subito però equilibrata da una vena dolceamara di caramello e miele di castagno. Impressionante la persistenza: emergono con gradualità seducenti e sempre più salde e ricche memorie di frutta secca e poi nocciolo di pesca. Affascinante. 10 gradi.
Indice di piacevolezza medio 8,400
Tre lieti faccini :-) :-) :-)
Prezzo all’ingrosso 5,96 euro.

Bush Noël Premium Brasserie Dubuisson Freres La Bush, la corazzata delle birre di Natale belghe. Impressionante al naso nelle sue note di rhum, di armagnac. E poi sherry. E poi botti di legno vecchie di anni e anni. E cenni perfino vinosi. L'alcol è evidente, ma importanti sono le note di agrumi canditi, di frutta secca, di frutti antichi di bosco sumaturi, di cachi maturissimi pur'essi. In bocca è cremosa e anche densa e melassa e avvolgente e perfino vanigliata. Caramello e zucchero di canna e miele millefiori e dattero al naturale e rhum giamaicani. Potentissima. Se ma l'avessero fatta annusare senza dirmi che è una birra, avrei detto che è un passito, nobile e invecchiato, con aristocratiche vene ossidative date dall'affinamento. 13 gradi.
Indice di piacevolezza medio 8,033
Tre lieti faccini :-) :-) :-)
Prezzo all’ingrosso 8,52

Nessun commento:

Posta un commento